lunedì 24 gennaio 2011

NUOVI MODELLI EDUCATIVI

Nascono nuovi modelli educativi, dice Sandro Veronesi, scrittore e padre, su Repubblica del 13 gennaio 2011 a pag.43. Aggiunge subito, con amarezza ed anche con spirito, che, dopo aver inseguito modelli come Paolino Paperino, Geppetto, unici modelli piuttosto noti a sua disposizione, gli risulta che i bambini hanno col genitore, uomo o donna che sia, un rapporto incompleto se le cose quotidiane della loro infanzia sono affidate a nonni, tate, baby sitter, ad estranei insomma o, quanto meno, a persone lontane dalla quotidianità.
Dunque dice Veronesi che la quotidianità influenza molto la crescita dei bambini.
Anche io vorrei portare mio figlio Francesco Edoardo di qua e di là, misurargli la febbre, portarlo dal dottore e curarlo se sta poco bene, lavarlo tutti i giorni ed in particolare le orecchie, uscire con lui per prendere un paio di scarpe nuove, leggergli qualcosa prima che si addormenti, fare insieme i compiti, guardare con lui un film o la televisione. Come ha ragione Veronesi: è questa la parte bella del vederselo crescere sotto gli occhi, il vero nettare per la nostra esperienza di genitori.
Se lo fanno SEMPRE e solo gli altri, sua madre, a me che rimane? E domanda Veronesi, domando io: di chi sono i figli? Di chi li cresce! Di chi gestisce quotidianamente le piccole cose della sua crescita!
E io? E io pago!, direbbe Totò. Pago col dolore dell’esclusione. A me, escluso dalla crescita, non rimane altro che pagare; ah, sono solo riuscito a seguirlo parlando periodicamente con i suoi insegnanti ma la madre, a suo nome, si è premurata di suggerirmi di non farlo più!
E le Istituzioni? Come le stelle!: stanno a guardare! Stanno solo a guardare! Non garantiscono un accidente, cercano solo la posizione più neutrale possibile che gli consenta di arrivare al 27 del mese, prendere lo stipendio e sparire per un altro mese e così via.

giovedì 23 settembre 2010

nuovo quadro normativo di vigilanza finanziaria nell’UE

22/09/2010
Prende corpo il nuovo quadro normativo di vigilanza finanziaria nell’UE (a cura di Luciano Patruno)
L’occasione per continuare la riflessione sul rapporto tra diritto, economia e società all’interno dell’UE è offerta, in questi giorni, dalla decisione - ormai prossima – degli organi comunitari sul nuovo quadro normativo di vigilanza finanziaria nell’UE.
All’attenzione dei lettori si propongono tre documenti (Conclusioni del Consiglio europeo http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/it/ec/111895.pdf , una proposta di regolamento http://www.europarl.europa.eu/meetdocs/2009_2014/documents/com/com_com(2009)0499_/com_com(2009)0499_it.pdf e una proposta di direttiva http://www.europarl.europa.eu/meetdocs/2009_2014/documents/com/com_com(2009)0576_/com_com(2009)0576_it.pdf , risalenti al 2009, e che tuttavia rappresentano l’odierna base giuridica di discussione dei futuri provvedimenti europei di regolazione dei meccanismi finanziari all’interno del mercato unico), che mettono in luce l’orientamento generale e la ratio della normativa che dovrebbe trovare approvazione nei prossimi mesi.
In particolare, l’esperienza della crisi finanziaria ha indotto gli organi di governo dell’UE a creare giuridicamente tre nuove authorities comunitarie, incaricate di vigilare, rispettivamente, sulle banche (EBA, Autorità bancaria europea), sulle assicurazioni (EIOPA, Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali) e sui mercati finanziari (ESMA, Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati). Il quadro europeo globale di vigilanza finanziaria prevede, poi, l’istituzione di un Comitato europeo per il rischio sistemico (ESRB), incaricato di controllare e valutare i potenziali rischi per la stabilità finanziaria derivanti dallo sviluppo delle variabili macroeconomiche del sistema finanziario nel suo complesso.
Non è questa la sede per discutere sul piano analitico, dal punto di vista del diritto pubblico e costituzionale, la struttura giuridica di queste decisioni dell’UE. Sia per ragioni di spazio sia per ovvie ragioni connesse alla non definitività dei provvedimenti in corso di approvazione.
I documenti proposti in lettura, tuttavia, potrebbero essere utili per tentare di comprendere l’indirizzo politico del governo dell’UE in materia, e che cosa voglia dire – nel linguaggio istituzionale - apprestarsi a «rinnovare il contratto economico e sociale tra gli istituti finanziari e la società» (Conclusioni Consiglio europeo, p.to 15).


Finalmente si comincia a mettere delle regole; non sono regole planetarie ma limitate alla sola UE; dovranno funzionare. Certo, l'Europa dei banchieri si mette regole che le banche innanzitutto dovranno rispettare: fa un po' ridere ma meglio di niente! Speriamo che non sia l'ennesima presa in giro per i cittadi europei specie per i risparmiatori. I tedeschi sembrano fare sul serio: vedremo gli altri, italiani compresi.

mercoledì 15 settembre 2010

UN'ALTRA BUGIA DI BERLUSCONI

Il debito pubblico italiano a luglio di quest'anno è salito rispetto a giugno e ha toccato un nuovo record, a 1.838,296 miliardi di euro.
Brutte notizie sul fronte macro italiano; il tanto discusso debito pubblico nostrano ha raggiunto a luglio un livello da record. È quanto si legge nei dati contenuti nel supplemento del Bollettino statistico della Banca d'Italia dedicato alla Finanza pubblica, ripreso dal Corriere della Sera. Occorre evidenziare che il debito calcolato dalla Banca d'Italia è quello in valore assoluto, e non in rapporto al prodotto interno lordo. È quest'ultimo il valore che interessa invece il Patto di stabilità europeo. Il debito pubblico italiano a luglio 2010 è cresciuto del 4,7% rispetto a luglio 2009 e del 4,3% rispetto a 1.761,229 miliardi di euro con i quali si era chiuso il 2009.
Dal bollettino della Banca d'Italia giungono brutte notizie anche per il fisco. Infatti, le entrate tributarie nei primi sette mesi dell'anno sono state pari a 210,374 miliardi di euro, 7,411 miliardi miliardi in meno rispetto al periodo gennaio-luglio del 2009, quando sono arrivate a 217,785 miliardi. In termini percentuali la riduzione è del 3,4%. A luglio le entrate sono state pari a 36,225 miliardi di euro contro i 37,905 dello stesso mese del 2009, registrando una riduzione di 1,680 miliardi (-4,4%).

iN NOSTRO SIG. PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SEGUITA A D AUTOINCENSARSI PER LA CONDUZIONE DELLA POLITICA ECONOMICO FINANZIARIA CHE AFFRONTA UNA CRISI MAI VISTA IN MODO PIU' CHE DIGNITOSO, DICE LUI. I DATI FORNITI DALLA BANCA D'ITALIA LO SMENTISCONO E SMENTISCONO PURE CHE COL PRECEDENTE GOVERNO C'ERA STATA LA CRESCITA DEL DEBITO; UNO DEI RIMPROVERI MOSSI A PRODI ERA CHE QUANDO POTEVA RIMBORSAVA IL DENARO DEL DEBITO PUBBLICO INVERTENDO COSI' L'ANDAZZO A FAR DEBITI.
FARE DEBITI PER TUTTI MA ANCHE PER UNO STATO SIGNIFICA O ESSERE IN GRADO DI RIMBORSARE O FALLIRE: QUANDO UNO STATO FALLISCE FALLIREBBERO TUTTI: NON ITALIA PERCHE' IL NOSTRO SIG. PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SI E' DOTATO DI STRUMENTI LEGISLATIVI CHE LO PROTEGGONO DA OGNI FORMA DI EVENTO NEGATIVO ANCHE FINANZIARIO. CHE GIOIA SAPERE DI FAR PARTE A PIENO TITOLO DI QUEI PAESI CHE LA PERFIDA ALBIONE DEFINISCE PIIGS = MAIALI, DALLE INIZIALI PORTOGALLO, IRLANDA, ITALIA, GRECIA, SPAGNA. ENTRO STASERA IL NS SIG. PRES DEL CONS. SMENTIRA' E NOI DORMIREMO SONNI TRANQUILLI: BUONANOTTE !!!

lunedì 6 settembre 2010

IMMIGRATI e Tettamanzi

Gli immigrati sono una risorsa. Va regolamentato il loro ingresso e la loro permanenza ma è da sciocchi negare la loro necessità. Più o meno dice questo Chiamparino, sindaco di Torino ed uno dei big del PD.
Necessità per chi?
Per chi vuole produrre pagando di meno, avendo così un costo finale inferiore a quello attuale; ad un minor costo il prodotto sarà più appetibile, si venderà e l'utile per l'impresa ci sarà e sarà ricco: per l'impresa!.
Dunque chi ha necessità degli immigrati? Gli imprenditori forti sostenitori del Marchionne pensiero: lavoratori senza diritti, a basso costo anche in Italia "altrimenti me ne vado a costruire in Polonia, il India, in Corea, altrove" dove i lavoratori siano bestie da soma, tacciano, obbediscano.
Se si rimettono in discussione i diritti dei lavoratori come sanciti nello Statuto dei Lavoratori , si rimette in discussione il patto tra italiani che attraverso il suo documento più importante, la Costituzione, è regolamentato; se si rimette in discussione la Costituzione cedono le fondamenta della Repubblica Italiana.
Da sempre i poveri vanno nei Paesi in cui si sta meglio. La nostra povera Italia è considerata il meglio da una moltitudine di poveri cristi che a casa loro non hanno alcuna aspettativa di un futuro degno.
E' gioco forza ripensare l'Italia come Paese meta d'immigrazione.
Se a chi viene gli si tolgono tutti i legami con la loro terra si crea una massa di persone che vivono in un Purgatorio più vicino all'Inferno della disperazione che al Paradiso del buon vivere. Non hanno più radici, non si fa nulla per integrarli, tanto meno ci integriamo noi a loro: gli si chiede solo forza lavoro a basso costo, anzi, bassissimo.
Penso a quella baby sitter che conosco a cui si chiede di fare la colf e la cuoca, di non godere del suo tempo libero, di avere un contratto con un costo inferiore del vero, di non avere tempo per sè nel corso della giornata lavorativa che diventa così di 14 ore di fila, con l'obbligo di mangiare solo ciò che viene consumato dal datore di lavoro.
Entri baby sitter diventi schiava!
Ti si vieta pure di pregare come sai.
A questo, tutto questo, si oppone Dionigi Tettamanzi, arcivescovo cattolico di Milano.
"Subito la Moschea, Milano garantisca il diritto di culto. In questo modo la città potrebbe essere governata in nome della pace, della giustizia, dell'armonia fra le sue componenti." dice il prelato.
Non deve prendere voti a Milano: non sarà candidato al Senato.
E' uno che ragiona e che capisce che il Sindaco di Milano, il Presidente della Regione Lombardia, il Ministro degli Interni, il Presidente del Consiglio non stanno facendo nulla per agevolare la convivenza nel reciproco rispetto se non attendere che qualche immigrato si esasperi e compia un gesto che subito diventa crimine da estirpare, magari dimenticando i diritti degli europei, con rimpatri obbligati!
Tettamanzi ha capito tutto e sollecita il Potere a trovare soluzioni serie e non populismo transitorio.
Nel mio piccolo oltre un anno fa avevo sollecitato il Vescovo di Albano a mettere a disposizione degli ortodossi le chiese cattoliche e di fare lo stesso con gli islamici. Non mi ha nemmeno risposto perché è più uso sedere col Potere che non dividere un pasto con gli immigrati. Spero che, venendo da un pezzo grosso della chiesa cattolica la provocazione, il Vescovetto d'Albano capisca e si adegui anzi si adegui anche se non capisce il perché.
Sono 1.300.000 gli islamici ufficialmente presenti sul suolo italiano. Sono circa 160 in ogni comune ma se pensiamo a quanti possano essere a Roma è chiaro che in tanti comuni non ce n'è nemmeno uno!. Ad Albano, suddivisi tra chi sta ad Albano centro, a Cecchina, a Pavona, a Cancelliera, alle Mole, ce ne sono circa 120: che grave problema, eh? Vescovo: lo vogliamo risolvere?

SANGUE FRESCO 2

Un poi' di numeri oltre la notizia per meglio definirla.
Nel Lazio mancano cronicamente 26.000 sacche di sangue ogni anno e sono in crescita anno dopo anno. Per comprare sacche di sangue la Regione Lazio nel 2009 ha speso € 6.000.000,00 cioè € 170.00/sacca. Considerando che la materia prima è sangue donato e non pagato, è proprio un buttare i soldi questa spesa!. Nel Lazio ci sono circa 6.000.000 di abitanti: basterebbero 60 donatori ogni 10.000 abitanti per coprire tutte le esigenze del Lazio, risparmiare soldi ed avere maggiori servizi qua e là. Siccome ogni donatore maschio può donare 4 volte l'anno e le donne 3 volte l'anno dobbiamo dividere quel 60 per 3,5 = 17-18 persone ogni 10.000 abitanti che donino il loro sangue 3.5 volte l'anno. Non è tanto!
Ad Albano, come già scritto, l'AVIS ha riaperto e funziona per il momento con l'aiuto dell'ospedale di Velletri, Lab. Analisi: insieme fanno un ottimo lavoro.
Io sono donatore: se ne butta tanto di tempo in cose sciocche o addirittura inutili che donare 1 ora ed un po' del proprio sangue, forse per salvare una vita, vale proprio la pena!.
Mi sento pure meglio quando esco dopo la donazione perché mi hanno già controllato la pressione, la frequenza del mio battito del cuore, se sono anemico o no; dopo una settimana mi arrivano i risultati di un sacco di esami del sangue, GRATUITI, a casa; mi sento pure meglio perché so d'aver fatto una cosa giusta!
P.S. I numeri sono presi da una recente inchiesta di La Repubblica del 28 agosto 2010 pag.V

giovedì 2 settembre 2010

SANGUE FRESCO

Il prof. Ferdinando Aiuti si lamenta giustamente che le donazioni del sangue sono insufficienti per le esigenze di una regione come il Lazio. Ad Albano ci sono voluti 27 anni perché l'AVIS tornasse ad essere operativa. A Piazza San Pietro c'è un monumento a ricordo dell'attività dell'AVIS. Messa la megatarga con due mani che si cercano, l'AVIS cessò la sua attività, ripresa da quest'anno grazie alla volontà di alcuni benemeriti. Ho già donato due volte, una ogni tre mesi: mi mandano a casa le analisi fondamentali del sangue ed in questo modo riesco pure a controllare il mio stato di salute. Prima della donazione un emocromo dice se sto bene e se quindi posso donare.Dopo la donazione una leggera colazione mi salva dal digiuno necessario pre dono.
Che dire? Tutti coloro che possono donare, maschi e femmine, le femmine con maggiore intervallo di tempo tra una donazione ed un'altra, devono donare: per il momento è l'unico sistema per far fronte ad esigenze, in genere urgentissime, di persone come noi che stanno male ma male per davvero.
Donare fa bene allo spirito: ci si loda un po' e questo accresce la nostra autostima che ci da benessere.
Doniamo il nostro sangue e staremo tutti meglio.

PRENDIAMO ESEMPIO

Mi è capitata tra le mani una vecchia rivista del 26 febbraio 2010. Riportava una noticina riguardante il Presidente dell'Uruguay: Josè Alberto Pepe Mujica. E' un signore di 74 anni che prima di fare il deputato vendeva fiori. Continuò a vendere fiori durante il suo mandato e perciò si autoridusse lo stipendio parametrandolo al minimo di un operaio. Eletto Presidente devolve l'87% del suo nuovo stipendio in beneficenza. Quanto all'automobile presidenziale, sta pensando se usarla o no preferendole la sua Corsa.
Commento
E' in Uruguay questo galantuomo: peccato!!!!

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ALBANO LAZIALE, Roma, Italy
NATO NEL 1952 AD ALBANO. HO DUE FIGLI: SARA E FRANCESCO EDOARDO. HO UNA COMPAGNA, CARMEN. SONO CONSULENTE FINANZIARIO INDIPENDENTE ED ESERCITO AD ALBANO, A ROMA E PROVINCIA